La storia del Molino Grossi
DAL 1956, BUONI COME IL PANE
Il Molino Grossi nasce dal rapporto tra Guido, i suoi figli Franco Giovannino e Giorgio, ed i contadini delle campagne riccionesi e di tutto il riminese; un’unione appassionata nata dal lavoro che insieme terra, natura, coltivatori ed il Molino Grossi, permetteva la raccolta del grano e la trasformazione in farina per la produzione del pane e di molti alimenti che sono immancabili compagni delle nostre tavole.
Una filiera a Km ZERO certificata che suggella la genesi e la storia del molino Grossi, questa terra e la trasformazione naturale dei suoi frutti.
La visione
IDENTITÀ E VALORI
Perciò oggi Gilberto e Marcello, figli di Franco e Giorgio, nel proprio contesto storico vogliono continuare il solco tracciato da nonno Guido, continuando a nutrire natura territorio e futuro sposando la più grande sfida di questo secolo: la tutela dell’ambiente per garantire alle generazioni future la possibilità di vivere alle medesime condizioni in cui noi abitiamo il nostro straordinario e bellissimo pianeta.
Se un’impresa fondata sul lavoro e cresciuta con il territorio di appartenenza, basa tutto solamente sulla massimizzazione dei numeri, identificandosi unicamente nel valore dei profitti, perde la propria identità, smarrisce l’anima da cui si è generata, l’humus della propria terra, le radici da cui ha potuto prendere vita.
Rimanere sintonizzati con l’identità ed i valori da cui l’impresa si è generata, è alla base dell’equazione dello “sviluppo sostenibile”, la straordinaria e virtuosa spirale del bene comune che rinnova l’energia vitale propria e del luogo in cui esiste.
Il valore della collettività che sempre più la nostra società sta riscoprendo.
Il progetto
AGENDA 2030: FIT FOR 55
Con questa visione il molino Grossi vuole fare la sua parte contribuendo alla transizione ecologica che ci chiede l’Agenda 2030 europea per la riduzione del 55% delle emissioni climalteranti entro il 2030, in una prospettiva comune di azzeramento entro il 2050.
Lo fa con la realizzazione di un impianto fotovoltaico che produce 40.000 Kwh/anno consentendo di evitare le emissioni in atmosfera di circa 10.000 kg di CO2 ogni anno ed un risparmio di energia prodotta da fonti fossili pari a 7,37 TEP (Tonnellate Equivalenti di Petrolio).
Lo fa equipaggiando l’impianto con un sistema di stoccaggio dell’energia rinnovabile prodotta che si predispone all’innesco di una CER (Comunità Energetica Rinnovabile) di quartiere, per informare e stimolare il vicinato e tutta la collettività locale ad aggregarsi per lo sviluppo dei benefici ambientali, economici e sociali che ne derivano.
Lo fa aggiungendo il valore della comunicazione proponendo un processo partecipativo al Comune di Riccione con il coinvolgimento di GEAT.
Per questo il progetto del molino Grossi è sostenuto da un importante contributo economico del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).
UNA VISIONE "IN COMUNE"
Un assessorato per la transizione ecologica, una comunità energetica rinnovabile nella zona industriale per rendere Riccione città dei Prosumer; “Riccione e la transizione giusta”.